lunedì 25 settembre 2017

Il mio piccolo cane, un battito di cuore ai miei piedi

Sono passate quasi tre settimane ed io ancora non mi sono abituata alla tua mancanza.
Ancora cammino per casa strusciando i piedi per terra per paura di calpestarti, ti cerco per darti la buonanotte, quando studio abbasso gli occhi aspettando di vederti accucciata nel cestino a farmi compagnia ed invece no, non sei più con me.

Mi sento così stupida a piangere ancora, ogni volta che credo di aver superato questo lutto mi accorgo che ci sono tremendamente dentro. Ho paura non mi passi mai.
Penso a tutto quello che mi hai dato e mi chiedo se in cambio ti ho amato abbastanza. Mi sento sempre così in dubbio su me stessa, sempre troppo indecisa, sempre troppo poco.
Non sai che darei per accarezzarti ancora, ho paura di dimenticare i momenti belli, il tuo modo di abbaiare, di russare, di svegliarmi la mattina.
Abbiamo passato la vita insieme, siamo cresciute e mi hai visto diventare una donna, mi hai amata incondizionatamente nonostante i miei mille difetti ed io non ti ho lasciata un attimo, nemmeno nel momento peggiore, quando mi hai lasciata tu.

Ho un obiettivo però, ho deciso di voler ricordare solo il meglio di tutto questo perché meriti di essere nei miei pensieri per farmi sorridere quando capiterà di ripensare a questi anni.


Ora però fatti un cestino di nuvole e mangia tante cose buone... Magari, spero tra tantissimi anni, avremo la fortuna di rivederci. Ed io so che sarai li ad aspettarmi.
A presto piccola mia.

Ti voglio bene, te ne vorrò sempre.

lunedì 12 settembre 2016

Hai chiuso davvero una porta quando non ti importa più sbirciare dalla serratura

Sì. L'ho fatto davvero, ti chiederai perché.
E' semplice: odio le cose senza senso.
Stamane ho fatto una cosa che non mi viene tanto bene: abbassare l'ascia di una guerra non mia per augurarti quello che volevo per te. Ma guarda caso, su wap mi tieni bloccata.
Allora ho provato su fb ed ho aspettato che lo facessi anche tu. Non che me lo aspettassi, dopo gli auguri mancati per il mio compleanno ho capito che non si finisce mai di conoscere qualcuno.
Ma va tutto bene, niente rancore, tutto perfetto così.

Volevo solo farti capire che anche se le cose cambiano, non è detto che non si possa far parte della vita di quella persona in modo diverso.
Ma ormai sei grande, sai scegliere bene da solo e rispetto ogni tua decisione, come al solito.

Spero solo che l'anno passato ti abbia donato un po' di felicità e che ogni anno futuro te ne porti sempre più.
Ecco cosa desidero per te, nonostante tutto.
Ora sappi che non scriverò più di te su questo blog. Non per qualcosa, ma non è nato per te, né morirà con te.
Non voglio che questo blog diventi il tuo personalissimo muro del pianto nei momenti tristi e difficili, un posto che di tanto in tanto controlli per sapere le mie novità.
Ho deciso tutto questo perché voglio che tu vada avanti nella tua vita, possibilmente senza rancore... Perché la rabbia cancella le cose belle del passato e non è giusto, sarebbe un errore.
Io non lo farò, il passato è un tesoro che non va sprecato.
Ad ogni modo preferisco salutarti così, con affetto, invece di aiutarti a fingere un rapporto che nell'ultimo anno non è mai esistito.
Sappi solo che quando sarai pronto, ma davvero pronto, anche tra 40 anni, sarò felice di riaprire questa porta che per adesso è meglio lasciar chiusa.


Ti auguro il meglio, davvero.

Ciao.




mercoledì 29 giugno 2016

Dio mi perdonerà: è il suo mestiere.

L'ultima volta che ci siamo visti mi hai accarezzato la guancia come sempre, mi hai sorriso e mi hai chiesto se al mio fianco avessi qualcuno da amare, quando avrei deciso di sposarmi. Perché insomma, dopo il battesimo e la comunione, anche quel rito avresti dovuto celebrarlo tu.
Ed è brutto quando qualcuno che conosci da una vita va via... 
Spero solo che quel batuffolino che tenevi in braccio 26 anni fa sia diventata una brava persona proprio come desideravi tu...Insomma, non dico una buona cristiana perché cavolo, non mi confesso da una vita e l'ultima volta è a te che ho detto tutto. Il bello è che non è cambiato nulla: dico ancora tante parolacce, disubbidisco ai miei e tutto il resto.
Però credo di esser migliore.
Poi ripenso che ho passato le migliori notti di Natale e Pasqua con i miei amici a ridere delle tue omelie troppo lunghe, delle note che stonavi e degli applausi che ti piacevano tanto. Mi rendo conto che è un peccato non poterlo fare più.
Però mi consola il fatto che è stato davvero bello conoscerti ed avere la tua stima e supporto ogni volta che ce n'era bisogno.
Spero, per la prima volta nella mia vita, nell'esistenza di Dio... Anche se è difficile.
Per quel che mi riguarda, proverò ad essere sempre forte, buona e bella, come mi credevi tu.
Buon viaggio Don, divertiti e grazie, davvero.

domenica 8 maggio 2016

"Il mondo è fatto a scale, chi è furbo prende l'ascensore."

E' da un po' che non aggiorno questo blog, credo sia dovuto al fatto che non ho praticamente nulla di cui lamentarmi.
Però oggi mi sento filosofa esistenzialista e quindi ecco a voi (voi, quali voi?) un monologo polpettoso che mi è venuto in mente mentre scendevo in garage a prendere l'olio.



"Affidarsi ad una persona è come quando ti appoggi di spalle ad un ascensore. E tu sai che le porte potrebbero aprirsi, da un momento all'altro. Però pensi sempre: "magari non si apriranno al piano dove sono io."
E poi succede.
L'unica cosa che puoi fare a quel punto è cadere. All'indietro, sbattendo la testa molto probabilmente.
E fa male. Fa male affidarsi a qualcuno che se ne va. Ad uno che smette di sorreggerti.
Allora il trucco sta nell'imparare a riconoscere chi è una porta di un ascensore e chi un muro, portante magari.
Non è mica facile come sembra. Giustamente voi direte: "Beh, una porta è una porta. Un muro è un muro."
Beh, e se sei al buio? Come fai a distinguere una porta da un muro?
Non puoi.
Quindi l'unica cosa che puoi fare è fidarti e sperare che quel muro non sia una porta ben mascherata.
E' complicato.
Pero' credo che sia così che funziona.
Se sei fortunato, se quella porta è davvero una porta, magari l'ascensore non funziona.
Ed anche in questo caso hai vinto la vita.

Credo di aver conosciuto pochi muri nella mia vita, forse solo un paio.
Come mai non li uso più?
Perché ho scoperto di non averne bisogno, perché sotto sotto l'idea di cadere mi piace. Ho lasciato questi muri a qualcuno che potrebbe averne più bisogno, sperando sappia farne buon uso più di quanto abbia fatto io.
Penso di non volere più un muro perché io sono sfigata e si sa che agli sfigati tocca sempre l'ascensore guasto.
E si, sto vivendo poggiata ad un ascensore rotto. Ed è strano, è quasi da coraggiosi vivere col brivido lungo la schiena del "si apre/ non si apre."
Però, da brava lanterna blu, spero che il mio ascensore non lo aggiustino mai. Voglio che resti come me, con me.
Il più possibile."

domenica 8 novembre 2015

That’s how a superheroes learns to fly

Avete presente quelle scene da film che ogni tanto capitano anche nella vita di noi poveri mortali?
Beh, ieri sera ne ho vissuta una.
Il buio intervallato dalla luce gialla e fioca dei lampioni, l'asfalto rovinato e i tacchi dei miei stivali come unica fonte di rumore.
Mi muovo con calma, so che mi stai guardando e so anche quanto posso essere imbranata quando cammino e qualcuno mi osserva perché non vede che me.
Voglio essere all'altezza di quel mezzo sorriso che fai e nel momento in cui tento di spostare una ciocca di capelli dagli occhi faccio una mezza giravolta, ti vedo attraverso il finestrino e rido perché sei ancora li.
Sei li perché sei andato via troppo spesso, forse... Ed ora devi recuperare.
O magari sei ancora li perché qualche cattivone di turno potrebbe prendermi e portarmi via... Anche se tu più di tutti sai quanto questo villain ci rimetterebbe perché "Sei troppo badass per essere come le altre."
Ma più di tutto, credo che tu sia rimasto li perché vuoi tener fede a tutto quello che hai desiderato per una vita, perché non sono l'unica a voler sentirsi in "un film vecchio della Fox", perché c'è una parte dentro di te che sa che esser vecchio stile è meraviglioso e che le piccole attenzioni fanno bene al cuore.
Arrivi tu ed il tempo si ferma. E' sempre stato così.
Io allora non posso far altro che godermelo, dimenticando i secondi che scorrono veloci.
Ti lancio un bacio con la mano, un po' imbarazzata e forse anche un po' rossa in viso, ma con un sorriso così vero e luminoso da far impallidire i lampioni lungo la strada.
Abbassi la frizione e metti la prima, forse aspettavi proprio quel bacio per andar via... O per non farlo mai più.
Mi giro e sorrido, quasi saltello tanto che mi sento leggera perché so che adesso lo sei anche tu.

E pensare che qualcuno una volta ha detto che io credevo di vivere in un romanzo.
Beh sorella, non ci crederai ma... E' proprio così. 

venerdì 6 novembre 2015

She lives between the ticks of a second

Durante gli anni delle superiori mi sono successe così tante cose che a volte tendo a dimenticarle, fino a quando non si riaffacciano prepotentemente quando leggo una frase su un libro o ascolto per sbaglio una canzone.
Pensando pensando, ho realizzato che sono sempre riuscita ad ottenere tutto col minimo sforzo... Fino a qualche anno fa. Voti alti studiando per piacere, il minimo indispensabile per farmi una cultura tutta mia, per creare nella mia testa un mondo ben preciso... Poi.. La Noia.
La Noia, signore e signori, è quella sensazione che rovina la vita ogni giorno a milioni di persone facendo dimenticare a tutti quanto sia bello alzarsi da una sedia e iniziare a fare quello che si vuole davvero.
Certo, da adolescenti non è mica facile farlo. E nemmeno a 25 anni per quanto mi riguarda.
Pero' ogni tanto mi perdo nei miei pensieri, ritorno a situazioni o gesti che ho fatto cercando di analizzarli al di fuori di tutto e quello che trovo non sempre mi piace.
Stamane invece ho avuto l'illuminazione.
Quando la Noia si è impossessata di me, anni or sono, io ho iniziato a fare qualcosa che non avevo mai fatto prima: Contare i minuti che mancavano al suono della campanella.
C'erano giorni in cui quei 15 minuti mancanti volavano e giorni in cui 15 minuti sembravano 15 secoli.
Voi direte: "Tutti i ragazzi lo fanno. tu che hai di speciale?"
Nulla, come al solito, classico.
Mi sono solo accorta che il tempo, quello che manca, si prende gioco di me costantemente e che dalla prima volta che ho controllato l'orologio per fare il conto alla rovescia...Beh, sono diventata una vittima, una schiava di questa pessima abitudine.
Adesso aspetto tutto con la stessa ansia, lo stesso senso di inutile e vuoto entusiasmo che provavo per quella stramaledetta campanella. Aspetto le uscite dei film, le feste di compleanno, i Natali futuri, il momento in cui andrò via da qui, il senso di libertà che desidero da una vita.
Si, lo so, chiunque ha fatto almeno una volta nella vita questo pensiero, ma la mia teoria continua.
In questo vortice spensierato c'è della paura. Paura di sentirsi pesanti come quando si scendevano le scale con lo zaino in spalla per andare in cortile e poi a casa sapendo di doverci tornare il giorno dopo e quello dopo ancora.
Insomma, se quello che aspetto non sarà all'altezza delle aspettative?
Se il film di Star Wars il 16 Dicembre mi farà schifo?
Se il giorno della mia laurea sarò felice perché ho raggiunto un traguardo il mio primo pensiero sarà "non è ancora finita" ?
Credevo di vivere nel passato ed invece è il futuro che mi frega. Mi irrita non sapere come andranno le cose e nel frattempo le aspetto come ho aspettato le uscite dei libri di Harry Potter.
Forse sono i progetti e le scalette non rispettate scritte su un quaderno in questi anni che mi hanno fatta arrivare qui con questi pensieri.
Sono le cose che credevi sicure e che poi non si sono avverate quelle che ti piegano, ma per il momento non ti spezzano.
"Sicuramente quando farò 18 anni i miei genitori mi daranno un po' più di libertà." Ed invece arrivi a 25 peggio di prima.
"Quando avrò un figlio gli farai da padrino come Sirius Black?" E poi la persona a cui l'hai chiesto non ti parla più perché di te non gli è mai importato nulla.
"Darò l'esame di Chimica Fisica 1 a prima botta." E poi vai fuoricorso di due anni per darlo.

E' che mi piace lamentarmi, ma poi faccio gli stessi errori grossolani. Fino a qualche mese fa, almeno.
Ho detto che voglio esser migliore e così sarà.
D'altronde aspettare qualcosa non è detto che sia così brutto, magari impegnandomi come sto facendo adesso riuscirò a far funzionare tutto, come dico io.
Rileggo questo post e ripenso alla me liceale che scriveva sul banco "-20 min" e dopo 5 minuti cancellava per aggiornare "-15 min", mentre il banco era ricoperto di citazioni sagge a cui non ho saputo tener fede e soprannomi che invece mi restano attaccati addosso.
All'epoca non mi sarei immaginata così, ma in fondo, molto in fondo, essere come sono ora non mi dispiace per nulla e credo proprio che la me 17enne ne sarebbe fiera.

mercoledì 19 agosto 2015

Vorrei che ti bastasse solo quello che ho.

Quest'estate mi ha fatto capire una marea di cose... Alcune nel dettaglio, altre solo in superficie, ma per ora mi basta.
Quest'estate mi ha fatto riscoprire amicizie preziose ad 800 km da qui, ma che in un modo o nell'altro mi guideranno ancora da loro, tra meno di 365 giorni... Ed inevitabilmente, per mantenere un certo equilibrio, me ne ha tolte altre, di poco conto.
Quindi tirando le somme, ci ho guadagnato!
Ma la cosa più importante che quest'estate mi ha regalato, è stata la possibilità di mettermi alla prova come persona adulta, come zia.
Tu, piccola delinquente,  mi hai fatta ridere di gusto, mi hai dato carezze che hanno un tocco diverso, un tocco diverso anche se a darle è un fidanzato.
Mi hai fatto pensare molto al futuro, mi hai insegnato quanto è bello imparare cose nuove e a mia volta spiegarti quello che so io, per quanto semplice possa essere.
Anche se sembra una cavolata, ho imparato a cambiare pannolini con una facilità estrema, fare bagnetti, tenere in attività perpetua i muscoli, a dare da mangiare inventando alternative all'aereoplanino.
Mi hai svelato il segreto di come restar giovani. Di come sia importante tenere a mente solo le priorità, fregandosene del resto.
Mi hai fatto capire che avere la mente elastica e perennemente sveglia è difficile, ma è un dono che non si dovrebbe mai perdere.
Mi hai fatto conoscere la bellezza di inventare canzoncine al momento e storie che farebbero sfigurare i migliori best sellers.
Mi hai guardato, mi hai sorriso, mi hai accarezzata dicendo "caaaaara"...Come se 800 km fossero una passeggiata, come se il mio essere imperfetta a te piacesse, come se le mie facce buffe riuscissero ad eliminare quanto di brutto c'è al mondo.
Per qualche giorno, qualche settimana, ti sei affidata a me, alle mie cure, alla mia voce, come se fossi un esempio da seguire, una maestra che cammina lasciando impronte su cui poggiare i piedini a tua volta.
E credimi, spero di lasciare le orme giuste.
Con me non hai fatto capricci, non ti sei innervosita se ti dicevo di no o se ti facevo il solletico.
Mi sorridevi, con un solo dentino. E basta.
Mi hai allungato la mano come per dire "vieni qui, non andar via".
Mi dispiace averlo fatto, purtroppo questa scelta non è mai dipesa da me e purtroppo nemmeno da te, ma forse la pagheremo a rate per tutta la vita.
Spero solo che io non sia solo un giochino temporaneo per te, uno di quelli che quando perdono attrattiva si buttano via per scegliere qualcos'altro.
Sarò infantile, sarò una sognatrice, ma mi piacerebbe arrivare ad avere 43 anni e sentirti dire: "Ragazzi, lei è la mia zia preferita... Una milfona esagerata."
Ok, magari l'ultima parte no...Però insomma, hai capito cosa intendo.
Spero che la vita non ci porti lontano, sono disposta a rispolverare la matematica per insegnartela, sono disposta a coprire ogni cavolata che fai, cercando a mio modo di insegnarti cosa è giusto e cosa no, senza farti cazziatoni. Quelli li lasciamo ai tuoi, no?
Sono disposta ad ogni cosa pur di restare nella tua vita come presenza costante e non come ombra.
Non voglio diventare la zia che abita lontano da cui ti scocci di andare perché "che palle".
Se dovesse accadere, me ne farò una ragione... Prima o poi.
Mi basterà sapere che tu sia felice, intelligente e sveglia. Luminosa come un sole proprio come lo sei adesso, forte abbastanza da non farti oscurare da niente e nessuno.
Mi basterà sapere che nel tuo cuore, in fondo, ci sia un posticino piccolo piccolo per me, per il bene che ti voglio e che non posso dimostrarti ogni giorno anche se vorrei.
Ti ho donato parte del mio tempo, delle mie attenzioni, del mio impegno, delle mie risate, dei miei sguardi preoccupati, del mio orgoglio.
E ti do le mie lacrime adesso, perché questa paura del futuro fa male.

Sappi che insegnarti quel poco che so sarà sempre un piacere per me, che vederti ballare su canzoni punk mi renderà sempre fiera di te.
Sappi che mi manchi e ti vorrei qui, per darti quello che ho dentro, che solo pochi conoscono.
Ed infine sappi solo che ti voglio un bene dell'anima, un bene vero che non credo di aver mai provato prima d'ora, anche se forse non te lo dirò mai.
Hai una zia strana, ma mi sa che questo tu lo hai già capito. E ti piace.
A presto polpettina mia.