domenica 8 maggio 2016

"Il mondo è fatto a scale, chi è furbo prende l'ascensore."

E' da un po' che non aggiorno questo blog, credo sia dovuto al fatto che non ho praticamente nulla di cui lamentarmi.
Però oggi mi sento filosofa esistenzialista e quindi ecco a voi (voi, quali voi?) un monologo polpettoso che mi è venuto in mente mentre scendevo in garage a prendere l'olio.



"Affidarsi ad una persona è come quando ti appoggi di spalle ad un ascensore. E tu sai che le porte potrebbero aprirsi, da un momento all'altro. Però pensi sempre: "magari non si apriranno al piano dove sono io."
E poi succede.
L'unica cosa che puoi fare a quel punto è cadere. All'indietro, sbattendo la testa molto probabilmente.
E fa male. Fa male affidarsi a qualcuno che se ne va. Ad uno che smette di sorreggerti.
Allora il trucco sta nell'imparare a riconoscere chi è una porta di un ascensore e chi un muro, portante magari.
Non è mica facile come sembra. Giustamente voi direte: "Beh, una porta è una porta. Un muro è un muro."
Beh, e se sei al buio? Come fai a distinguere una porta da un muro?
Non puoi.
Quindi l'unica cosa che puoi fare è fidarti e sperare che quel muro non sia una porta ben mascherata.
E' complicato.
Pero' credo che sia così che funziona.
Se sei fortunato, se quella porta è davvero una porta, magari l'ascensore non funziona.
Ed anche in questo caso hai vinto la vita.

Credo di aver conosciuto pochi muri nella mia vita, forse solo un paio.
Come mai non li uso più?
Perché ho scoperto di non averne bisogno, perché sotto sotto l'idea di cadere mi piace. Ho lasciato questi muri a qualcuno che potrebbe averne più bisogno, sperando sappia farne buon uso più di quanto abbia fatto io.
Penso di non volere più un muro perché io sono sfigata e si sa che agli sfigati tocca sempre l'ascensore guasto.
E si, sto vivendo poggiata ad un ascensore rotto. Ed è strano, è quasi da coraggiosi vivere col brivido lungo la schiena del "si apre/ non si apre."
Però, da brava lanterna blu, spero che il mio ascensore non lo aggiustino mai. Voglio che resti come me, con me.
Il più possibile."

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